giovedì 27 dicembre 2007

Buon Natale postumo


è stato un Buon Natale?
Credo di sì, ci sto ancora riflettendo. Certo non è stato propriamente tradizionale, ma alla fine è stato comunque un Natale degno di essere chiamato tale.
Inoltre il mio buttarmi sulla produzione casalinga di quintali di muffin ha aiutato la me stessa in scazzo molto poco natalizio ad ignorare gli egocentrismi del mondo e a concentrarsi sul raggiungimento di uno stato più babbonatalesco. Così attualmente all'attivo si rilevano muffin alle mandorle, muffin al cioccolato, muffin all'arancia & cioccolato. C'è anche un tortino di limone. Ed un umore decisamente più dolce, non fosse altro per tutto lo zucchero inalato nella paziente preparazione culinaria. Mia madre ha commentato che sono una degna erede delle redini della produzione dolciaria casalinga. E che se è così liberatorio dovrei cucinare decisamente più spesso.
Così, anche se giusto in tempo, lo spirito natalizio è sopraggiunto. La casa pullula di cappellini rossi che inneggiano a "I Believe in Santa Claus", di bastoncini di zucchero e di lucine colorate. I mici corrono dietro a nastrini colorati e il profumo di cibo è ancora nell'aria calda della casa.
Quindi, nonostante il ritardo, BUON NATALE. Qualsiasi cosa significhi per voi.
Prometto che per San Silvestro sarò puntuale.. :)

lunedì 17 dicembre 2007

Qualcosa che forse non sai di me


Posso percepire ogni singolo fascio muscolare stridere l'uno contro l'altro, come fossero freni poco oliati di un treno che cerca di andare lontano. Il freddo sta conquistando il mio corpo, pezzettino dopo pezzetino, come fossi il tabellone di quel Risiko su cui ammassavamo carrarmati colorati all'ombra di una birra, un po' di tempo fa. Non mi è mai piaciuto quel gioco, sono intrinsecamente (ed estrinsecamente) pacifista. Ma soprattutto sono una scarsa, scarsissima stratega. Mi piace ancor meno ora, qui sul mio corpo.
Domani giornata d'esame. Ed io sono qui, a scrivere sul mio blog dopo quasi un mese e mezzo di ponderato ed ispirante silenzio. Non pensavo di essere il tipo di persona che può mettersi a pensare a se stessa poco prima di una prova importante da cui deriva buona parte della propria futura autostima professionale. Ma a quanto pare lo sono. Lo sono, con in sottofondo Perfect Blue Buildings dei Counting Crows.. Il buon vecchio Adam Duritz. La sua voce è come una coperta calda in cui avvolgersi quando nevica. Sia fuori che dentro casa. E penso che non smetterò mai di accoccolarmi nelle sue canzoni ogni volta che mi sento così.
Che mi sento così disorientata. Che mi sento come se stessi guardando dalla finestra me stessa laggiù, nella vita. Immersa nelle cose, nelle azioni, nei pensieri, nelle delusioni, nelle risate, nelle decisioni che possono cambiare il corso di qualsiasi cosa. è come se fossi spettatrice di qualcosa che non posso cambiare. Come se fossi in una specie di Sliding Doors adeguato ad una vita un po' meno new yorkese e un po' più casereccia. E in cui, mi sembra abbastanza evidente, la protagonista non assomiglia per nulla a Gwyneth Paltrow (se mai si scrive così).
C'è chi dice che mi sarei dovuta prendere le cose con un po' più di calma. Che a volte dovrei pensare un po' a me e semplicemente rallentare. Se proprio non vuoi pigiare sul freno, Valentina, almeno scala in terza.. lo sai, comincia a far freddo e non si corre con il ghiaccio per le strade.
Ma io ne sono come incapace, e non capisco proprio il perchè di tutta questa coscienza. Di tutto questo riflettere e prendere sempre la decisione più complicata. Crescendo, pian piano, mi rendo conto che non mi so godere le cose. (In sottofondo parte, slowly, "A murder of One") Che è passato meno di un mese dalla mia laurea e che già la sera stessa mi sembrava fosse passato lo stesso periodo di tempo. Che tra poco è Natale e sento dentro le ossa e dentro il cuore e dentro ogni singolo nervo che sarà il Natale più triste della storia. Perchè in questi ultimi mesi qualcosa di me si è perso e ho percepito il suo volarsene via con uno strappo talmente netto da togliere il fiato. Da far male.
Perchè qualcosa che forse non sai di me è che su 1000 azioni possibili una sola può farmi seriamente male. E se becchi proprio quella lì, mi dispiace. Forse è solo sfiga, la probabilità è estremamente bassa. E a quel punto ci sono 1000 modi per chiedere scusa. E, ancora, ce n'è solo uno di quei modi che può rivelarsi il modo peggiore. E se centri anche quello forse non è solo sfiga. C'è sotto qualcosa di più.
In realtà spero di ritrovarlo questo qualcosa. Magari sotto l'albero, chissà. Insieme al gatto che in questo momento sta cercando di staccare la pallina piccola rossa sull'ultimo ramo a sinistra (Camilla, la vuoi piantare? Mostriciattolo che non sei altro.. e giù chili di coccole).
A volte semplicemente penso che avrei bisogno solo di una situazione ambientale più adeguata. Ad un po' di tranquillità mentale. A qualcosa di molto zen che mi calmi dal profondo per poi arrivare in superficie. Di una tisana magari.. una tisana molto lunga e molto calda e molto rilassante. Di una riunione tra amici di vecchia data in cui si beve una cioccolata calda, si riguardano le foto e si parla dei propri problemi. Di un bel panorama ricoperto di neve. Di qualcosa che mi stacchi da qui per qualche secondo e mi faccia scordare di avere un cervello.
Spero di sbagliarmi. Sul Natale intendo. E magari anche sull'orribile sensazione a proposito dell'esame di domani.
Per il resto sono solo parole scritte quasi per caso in una manciata di minuti in cui mi sono lasciata scivolare su un foglio di carta impercettibilmente reale. In cui mi sono semplicemente lasciata scorrere.

domenica 4 novembre 2007

Happy Valentine's Day

"Buon compleanno Valentina".
Quest'anno mi faccio gli auguri di cuore, nonostante mi sia un po' maltrattata nel tragitto tra i 21 e i 22 anni (o 23, come ha detto la mia distrattissima madre).
è stato un anno strano. Energeticamente costoso. Riflessivo. Ma sempre, sempre, autocritico ed autoironico. Uno di quegli anni in cui ci si accorge di stare cambiando, e stranamente in meglio.
Ma nonostante tutta la fatica sopportata negli ultimi 365 giorni di vita, posso dire di aver raggiunto un traguardo importante che non avrei mai pensato di vedere così presto.
Mi sono accettata.
Ebbene sì. Dopo anni e anni di semplice e franca sopportazione, mi guardo nel famoso specchio e mi faccio un (immaginario) occhiolino di approvazione.
Valentina vuole bene a Valentina. Ne accetta i difetti, ne riconosce i pregi, ne condivide lo stile di vita che ha scelto, è coinvolta nelle esperienze che fa, ne conosce la maggior parte dei segreti e delle motivazioni.
E questo, posso dirlo con certezza, è qualcosa di nuovo. Di totalmente nuovo. Così Happy Birthday quest'anno lo dico con soddisfazione, perchè in fondo è quasi come fossi rinata.
La giornata non è ancora finita e i festeggiamenti continueranno ancora un po'. Ma intanto grazie per le festicciole inaspettate ed improvvisate, proprio come piacciono a me.
Grazie per le candele sulla tavola, il libro che volevo tanto leggere, la viennetta con il micio di zucchero, il cinema e le caramelline gommose (non ho ancora capito perchè però a me finiscono sempre i coccodrilli verdi..), i biscottini con le candeline che se soffi si riaccendono, il karaoke che inizia con gli ansimi delle Pussycat Dolls e finisce tragicamente con Tiziano Ferro. Grazie per la torta con le fragoline che mi aveva fatto appiccicare il naso alla vetrina e dilatare tanto di pupille (e di papille). Grazie per quello che accadrà stasera (che per ovvie ragioni non so) e per il micetto che posso prendere a Cesena.
Grazie soprattutto a te, che non mi fai mai sentire freddo quando mi addormento...
E infine grazie, grazie, grazie a tutti per non aver ancora avuto la malsana e fastidiosa idea di tirare 22 volte le mie povere ed innocenti orecchie...
Siete tutti splendidi, spero che ve ne rendiate conto. E siete il miglior regalo di compleanno che una persona potrebbe desiderare.
Happy Birthday Valentine.

mercoledì 31 ottobre 2007

Trick or Treat?

Non so perchè Halloween mi piaccia così tanto.. forse in qualche vita passata ero una strega con tanto di cappello a punta e gatto nero. Una di quelle che mettevano un po' di rosmarino e di anice stellato insieme e per questo venivano messe al rogo.
[Com'è rassicurante pensare che le stupide persecuzioni degli uomini durano da millenni e che trovano sempre qualche nuovo obiettivo..]
Proprio perchè adoro Halloween ieri pomeriggio ho dedicato due ore alla creazione del mio Jack O'Lantern personale. E, diciamolo, sono piuttosto soddisfatta del risultato!
Peccato che stasera non lo possa portare a Bologna.. a voler essere sinceri, nella valigia proprio non ci sta.. però è stato destinato alla vetrina del negozio di mio padre, così almeno non si sentirà solo visto tutti i bimbi che oggi pomeriggio andranno a trovarlo. è stata infatti organizzata in libreria una festa dal titolo "Scherzetto o Merletto": tutti i bimbi dovranno vestirsi come i loro personaggi preferiti del mondo dei libri e raccontare la storia dei loro beniamini per vincere la sfilata di moda. E non so perchè, ma immagino non si conteranno gli Harry Potter!
Quindi forse è per questo che mi piace tanto Halloween. Torni bambino per un po'. Ed io ultimamente ne ho un bisogno quasi fisiologico..
Dunque, buona regressione infantile a tutti. Lasciatevi andare, ogni tanto fa bene!


sabato 13 ottobre 2007

Pane e cioccolata

Una persona non è ciò che dice di essere. Una persona è fondamentalmente ciò che fa.
Se, per assurdo, dai una martellata sul piede di un tuo amico puoi dire che ti dispiace. Che tu solitamente sei una persona dolce, gentile e buona. Puoi dire ciò che vuoi su chi pensi di essere. Ma resta il fatto che hai dato una martellata a qualcuno e che probabilmente bisogna dedurne che sei una persona che è in grado di prendere a martellate gli altri.

Questa piccola perla di saggezza mi è stata regalata da una persona che in poco tempo ho imparato a stimare molto.
A dire il vero sembra un concetto banale, ma mi sono stupita di non averci mai pensato prima. Perchè in effetti funziona in questo modo. Si pensa di conoscere se stessi, dando grande peso alla famosa e tanto decantata interiorità. E si pensa, sullo stesso assunto, di conoscere le persone che si hanno generalmente attorno. Pensando di loro che siano ricche di buoni sentimenti. Pensando, davanti a comportamenti sbagliati, che comunque essi siano giustificabili e potenzialmente perdonabili andando a ricercare a monte uno spirito fondamentalmente buono, che non voleva in realtà fare ciò che ha fatto.
In realtà la maggior parte delle volte non è così e tutti questi pensieri speranzosi tentano di nascondere la consapevolezza del fatto che le persone che fanno del male probabilmente sono semplicemente persone che sanno come fare male. Se poi lo fanno consapevolmente o no.. beh, non cambia di molto le cose.
Il caro e vecchio Sigmund dava man forte a questa opinione, sostenendo che gli incidenti in realtà non esistono. Ogni azione è incosciamente voluta e mai accidentale.
Per questo credo che in realtà il perdono a volte sia sopravvalutato. è un traguardo a cui si pensa di dover necessariamente giungere per poter andare avanti. Per poter dimostrare che si è persone talmente giuste e mature da poter arrivare ad una specie di nirvana della coscienza. E, in fondo, per poter dire "non è una persona cattiva. Semplicemente non voleva. Semplicemente non pensava di arrivare fino a questo punto"... salvando così la grande illusione su cui viviamo, e cioè che in fondo non può esistere una persona che ha un comportamento sbagliato semplicemente perchè in quel dato momento si vuole comportare in quel modo.
Spesso e volentieri però non è così.
Spesso le persone agiscono e dalle loro azioni si capisce molto di ciò che sono. E spesso ciò che sono non riflette assolutamente ciò che pensiamo che siano.
E questo comporta la maggior parte delle volte delusione ed amarezza. Comporta la possibilità di mettersi a piangere in macchina ad un semaforo. Comporta la possibilità di avere il sonno tormentato per giorni. E un mal di testa atroce ogni mattina.
Mi sento tradita. E mi sento talmente ingenua. Perchè sul serio, non pensavo che potessero davvero esistere persone come te.
Forse perchè sono sempre vissuta mettendomi mille scrupoli, non pensavo che esistessero persone che non ne hanno nemmeno mezzo. O forse lo pensavo, ma la vedevo come una possibilità lontana, al di fuori della mia realtà. Come quando si pensa alla morte o alla possibilità di ammalarsi. C'è. Ma non capiterà mai a te.
Invece tu ci sei capitata. E hai ferito. E ferito. E continuato a ferire. Sperando di non essere mai scoperta. Di essere talmente furba da divenire quasi invincibile.
Ora che sei stata smascherata dici che non sei così. Che non volevi. Che è stato un gioco. Uno scherzo. Che non pensavi che sarebbe successo tutto ciò. Che no, non è vero che non hai avuto nemmeno un briciolo di rispetto. Che non sei bugiarda. Che non sei falsa. Che non sei addirittura finta.
Ma le azioni parlano.
Perchè io sono d'accordo.
Uno è ciò che fa.
Oltre ad essere ciò che mangia.

Ergo
io sono un'ingenua credulona. Oltre ad essere costantemente pane e cioccolata.

mercoledì 10 ottobre 2007

Caro Sigismondo, ti scrivo (Mein lieb Sigmund, ich schreibe dir)


Vita nuova. Anzi, semi nuova.
E quindi blog nuovo. O meglio... semi nuovo anch'esso.
Ad essere sincera mi sono definitivamente stufata dell'atteggiamento esageratamente capriccioso del mio vecchio blog e così eccomi qui. Stesso pc, stessi tasti, stesse mani.
Improvvisamente, dopo tre anni di orgoglioso pendolarismo, ho deciso che non ho più il fisico (e a neanche 22 anni ciò è molto triste) e la forza psichica per sprecare la mia giovane vita tra le grinfie di putride poltroncine di sgangherati treni regionali. E dunque sono divenuta una di quelle tante e famose studentesse fuori sede di cui a lungo avevo sentito parlare.
Certo il mio "fuori sede" risulta perlomeno vagamente originale, visto che il mio nuovo appartamentino per la settimana corta equivale a casa di mio padre e in effetti non mi costa nulla. Ma per il resto sto cercando di uniformarmi alla mia nuova vita da specializzanda (che parolona...) cesenate.
Intanto ho comprato una bicicletta (che per ora staziona in salotto, ma ci sto lavorando..), ho un trolley che contiene tutto il necessario, connessione wireless, succhini di frutta iper energetici, mele da asporto e la camomilla sempre a portata di mano.
In aggiunta ho un papà che mi prepara la colazione e i panini per il pranzo. La qual cosa è commovente, considerato che sono tre anni che faccio colazione al bar della stazione e non so più che sapore abbia la marmellata.
E, diciamolo. Finalmente ho una camera. Mia. Tutta mia.
Certo non è ancora del tutto arredata. Ma se si guarda aldilà delle pareti nude e dei non scaffali non appesi si può intravedere del potenziale.
Ho già in mente mille idee per personalizzare questo ennesimo angolino di mondo che un po' mi appartiene. Qualche poster qua e là. Un tabellone di sughero con le foto delle persone importanti. Un paio di libri importanti sul comodino e dei maglioni caldi appesi alle grucce. E poi forse delle tende colorate. O qualcosa che rallegri quella finestra per ora funzionale ma triste.
Nonostante tutto ciò però sono ancora un po' malinconica.
Malinconica perchè effettivamente questo è l'ennesimo angolino di globo che un po' mi appartiene e ciò equivale a dire che non c'è nessun posto che mi appartiene del tutto. Malinconica perchè sta arrivando l'inverno. Malinconica perchè a volte il mio inconscio opera troppa rimozione e cancella la consapevolezza del fatto che spesso le persone deludono.
Così, per distrarmi, guardo l'unico quadro appeso in camera mia. è un dipinto di Gini Alter. Non so cosa dovrebbe rappresentare nella realtà. Ma è da quando avevo 5 anni che personalmente ci vedo un castello orientaleggiante, una fontana azzurra e tre cipressi. Anch'essi azzurri. In cielo nuvole blu e rosa e alcuni schizzi di tempera turchese che potrebbero essere rondini. Oppure fuochi artificiali, non so. Non ho mai raggiunto un'opinione chiara.
Fatto sta che, 17 anni dopo, sono di nuovo qui ad osservare questa specie di grande figura di Rorschach. E ci vedo le stesse identiche cose. Castello, fontana, alberelli cicciotti (lo so, i cipressi non sono paffuti, ma con la mia fantasia non si discute). Inoltre non riesco davvero a decidermi: rondini o fuochi d'artificio? No, proprio non saprei.

Dunque mi chiedo, Caro Sigismondo, e in fin dei conti era qui che volevo arrivare.. a circa 22 anni vedo un castello e tante nuvolette colorate... Mi ricoveri subito o prima parliamo dei miei complessi infantili?