mercoledì 31 ottobre 2007

Trick or Treat?

Non so perchè Halloween mi piaccia così tanto.. forse in qualche vita passata ero una strega con tanto di cappello a punta e gatto nero. Una di quelle che mettevano un po' di rosmarino e di anice stellato insieme e per questo venivano messe al rogo.
[Com'è rassicurante pensare che le stupide persecuzioni degli uomini durano da millenni e che trovano sempre qualche nuovo obiettivo..]
Proprio perchè adoro Halloween ieri pomeriggio ho dedicato due ore alla creazione del mio Jack O'Lantern personale. E, diciamolo, sono piuttosto soddisfatta del risultato!
Peccato che stasera non lo possa portare a Bologna.. a voler essere sinceri, nella valigia proprio non ci sta.. però è stato destinato alla vetrina del negozio di mio padre, così almeno non si sentirà solo visto tutti i bimbi che oggi pomeriggio andranno a trovarlo. è stata infatti organizzata in libreria una festa dal titolo "Scherzetto o Merletto": tutti i bimbi dovranno vestirsi come i loro personaggi preferiti del mondo dei libri e raccontare la storia dei loro beniamini per vincere la sfilata di moda. E non so perchè, ma immagino non si conteranno gli Harry Potter!
Quindi forse è per questo che mi piace tanto Halloween. Torni bambino per un po'. Ed io ultimamente ne ho un bisogno quasi fisiologico..
Dunque, buona regressione infantile a tutti. Lasciatevi andare, ogni tanto fa bene!


sabato 13 ottobre 2007

Pane e cioccolata

Una persona non è ciò che dice di essere. Una persona è fondamentalmente ciò che fa.
Se, per assurdo, dai una martellata sul piede di un tuo amico puoi dire che ti dispiace. Che tu solitamente sei una persona dolce, gentile e buona. Puoi dire ciò che vuoi su chi pensi di essere. Ma resta il fatto che hai dato una martellata a qualcuno e che probabilmente bisogna dedurne che sei una persona che è in grado di prendere a martellate gli altri.

Questa piccola perla di saggezza mi è stata regalata da una persona che in poco tempo ho imparato a stimare molto.
A dire il vero sembra un concetto banale, ma mi sono stupita di non averci mai pensato prima. Perchè in effetti funziona in questo modo. Si pensa di conoscere se stessi, dando grande peso alla famosa e tanto decantata interiorità. E si pensa, sullo stesso assunto, di conoscere le persone che si hanno generalmente attorno. Pensando di loro che siano ricche di buoni sentimenti. Pensando, davanti a comportamenti sbagliati, che comunque essi siano giustificabili e potenzialmente perdonabili andando a ricercare a monte uno spirito fondamentalmente buono, che non voleva in realtà fare ciò che ha fatto.
In realtà la maggior parte delle volte non è così e tutti questi pensieri speranzosi tentano di nascondere la consapevolezza del fatto che le persone che fanno del male probabilmente sono semplicemente persone che sanno come fare male. Se poi lo fanno consapevolmente o no.. beh, non cambia di molto le cose.
Il caro e vecchio Sigmund dava man forte a questa opinione, sostenendo che gli incidenti in realtà non esistono. Ogni azione è incosciamente voluta e mai accidentale.
Per questo credo che in realtà il perdono a volte sia sopravvalutato. è un traguardo a cui si pensa di dover necessariamente giungere per poter andare avanti. Per poter dimostrare che si è persone talmente giuste e mature da poter arrivare ad una specie di nirvana della coscienza. E, in fondo, per poter dire "non è una persona cattiva. Semplicemente non voleva. Semplicemente non pensava di arrivare fino a questo punto"... salvando così la grande illusione su cui viviamo, e cioè che in fondo non può esistere una persona che ha un comportamento sbagliato semplicemente perchè in quel dato momento si vuole comportare in quel modo.
Spesso e volentieri però non è così.
Spesso le persone agiscono e dalle loro azioni si capisce molto di ciò che sono. E spesso ciò che sono non riflette assolutamente ciò che pensiamo che siano.
E questo comporta la maggior parte delle volte delusione ed amarezza. Comporta la possibilità di mettersi a piangere in macchina ad un semaforo. Comporta la possibilità di avere il sonno tormentato per giorni. E un mal di testa atroce ogni mattina.
Mi sento tradita. E mi sento talmente ingenua. Perchè sul serio, non pensavo che potessero davvero esistere persone come te.
Forse perchè sono sempre vissuta mettendomi mille scrupoli, non pensavo che esistessero persone che non ne hanno nemmeno mezzo. O forse lo pensavo, ma la vedevo come una possibilità lontana, al di fuori della mia realtà. Come quando si pensa alla morte o alla possibilità di ammalarsi. C'è. Ma non capiterà mai a te.
Invece tu ci sei capitata. E hai ferito. E ferito. E continuato a ferire. Sperando di non essere mai scoperta. Di essere talmente furba da divenire quasi invincibile.
Ora che sei stata smascherata dici che non sei così. Che non volevi. Che è stato un gioco. Uno scherzo. Che non pensavi che sarebbe successo tutto ciò. Che no, non è vero che non hai avuto nemmeno un briciolo di rispetto. Che non sei bugiarda. Che non sei falsa. Che non sei addirittura finta.
Ma le azioni parlano.
Perchè io sono d'accordo.
Uno è ciò che fa.
Oltre ad essere ciò che mangia.

Ergo
io sono un'ingenua credulona. Oltre ad essere costantemente pane e cioccolata.

mercoledì 10 ottobre 2007

Caro Sigismondo, ti scrivo (Mein lieb Sigmund, ich schreibe dir)


Vita nuova. Anzi, semi nuova.
E quindi blog nuovo. O meglio... semi nuovo anch'esso.
Ad essere sincera mi sono definitivamente stufata dell'atteggiamento esageratamente capriccioso del mio vecchio blog e così eccomi qui. Stesso pc, stessi tasti, stesse mani.
Improvvisamente, dopo tre anni di orgoglioso pendolarismo, ho deciso che non ho più il fisico (e a neanche 22 anni ciò è molto triste) e la forza psichica per sprecare la mia giovane vita tra le grinfie di putride poltroncine di sgangherati treni regionali. E dunque sono divenuta una di quelle tante e famose studentesse fuori sede di cui a lungo avevo sentito parlare.
Certo il mio "fuori sede" risulta perlomeno vagamente originale, visto che il mio nuovo appartamentino per la settimana corta equivale a casa di mio padre e in effetti non mi costa nulla. Ma per il resto sto cercando di uniformarmi alla mia nuova vita da specializzanda (che parolona...) cesenate.
Intanto ho comprato una bicicletta (che per ora staziona in salotto, ma ci sto lavorando..), ho un trolley che contiene tutto il necessario, connessione wireless, succhini di frutta iper energetici, mele da asporto e la camomilla sempre a portata di mano.
In aggiunta ho un papà che mi prepara la colazione e i panini per il pranzo. La qual cosa è commovente, considerato che sono tre anni che faccio colazione al bar della stazione e non so più che sapore abbia la marmellata.
E, diciamolo. Finalmente ho una camera. Mia. Tutta mia.
Certo non è ancora del tutto arredata. Ma se si guarda aldilà delle pareti nude e dei non scaffali non appesi si può intravedere del potenziale.
Ho già in mente mille idee per personalizzare questo ennesimo angolino di mondo che un po' mi appartiene. Qualche poster qua e là. Un tabellone di sughero con le foto delle persone importanti. Un paio di libri importanti sul comodino e dei maglioni caldi appesi alle grucce. E poi forse delle tende colorate. O qualcosa che rallegri quella finestra per ora funzionale ma triste.
Nonostante tutto ciò però sono ancora un po' malinconica.
Malinconica perchè effettivamente questo è l'ennesimo angolino di globo che un po' mi appartiene e ciò equivale a dire che non c'è nessun posto che mi appartiene del tutto. Malinconica perchè sta arrivando l'inverno. Malinconica perchè a volte il mio inconscio opera troppa rimozione e cancella la consapevolezza del fatto che spesso le persone deludono.
Così, per distrarmi, guardo l'unico quadro appeso in camera mia. è un dipinto di Gini Alter. Non so cosa dovrebbe rappresentare nella realtà. Ma è da quando avevo 5 anni che personalmente ci vedo un castello orientaleggiante, una fontana azzurra e tre cipressi. Anch'essi azzurri. In cielo nuvole blu e rosa e alcuni schizzi di tempera turchese che potrebbero essere rondini. Oppure fuochi artificiali, non so. Non ho mai raggiunto un'opinione chiara.
Fatto sta che, 17 anni dopo, sono di nuovo qui ad osservare questa specie di grande figura di Rorschach. E ci vedo le stesse identiche cose. Castello, fontana, alberelli cicciotti (lo so, i cipressi non sono paffuti, ma con la mia fantasia non si discute). Inoltre non riesco davvero a decidermi: rondini o fuochi d'artificio? No, proprio non saprei.

Dunque mi chiedo, Caro Sigismondo, e in fin dei conti era qui che volevo arrivare.. a circa 22 anni vedo un castello e tante nuvolette colorate... Mi ricoveri subito o prima parliamo dei miei complessi infantili?